Il TAR della Lombardia ha bocciato la delibera con cui la giunta aveva introdotto a novembre 2024 una procedura semplificata per il riconoscimento delle specializzazioni mediche conseguite all’estero.
Come delineato nel precedente articolo (QUI), si trattava di una misura in origine pensata per fronteggiare la carenza di specialisti negli ospedali, ma che oggi secondo i giudici amministrativi ha travalicato i limiti della normativa nazionale.
A ricorrere erano stati la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (FNOMCeO) e l’Ordine di Milano, che avevano denunciato il rischio di “scorciatoie” nella verifica delle competenze professionali. La delibera regionale permetteva in alcuni casi di sostituire l’accertamento sostanziale delle capacità con verifiche puramente documentali o con la semplice attestazione di anni di servizio generico.
Il TAR ha dunque accolto i ricorsi con due sentenze gemelle, chiarendo che le Regioni non possono creare regimi paralleli rispetto a quello fissato dalle norme nazionali. Garantire che chi opera nel Servizio sanitario possieda le necessarie conoscenze cliniche e specialistiche, si legge nelle motivazioni, è parte integrante del diritto alla salute tutelato dall’articolo 32 della Costituzione.
La decisione non avrà effetto retroattivo
I medici stranieri già assunti non rischiano di perdere il posto, anche perché la delibera contestata era stata sospesa in via cautelare. Resta in vigore il quadro statale, che consente l’ingresso di professionisti formati all’estero fino al 31 dicembre 2027, ma solo attraverso le procedure ordinarie di riconoscimento.
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“La sentenza riafferma il valore della formazione e la centralità delle competenze per la tutela dei pazienti”, ha commentato il presidente FNOMCeO, Filippo Anelli.
Sul tema ha commentato anche il presidente OMCeO Venezia nonché vice nazionale Giovanni Leoni:
«La FNOMCeO fa valere sia il diritto degli iscritti a non subire una disparità di trattamento rispetto ai professionisti esteri, sia l’interesse della collettività a non essere esposta all’esercizio dell’arte medica da parte di soggetti “potenzialmente non qualificati”. Per prudenza anche la Regione Veneto dovrebbe a questo punto ritirare la delibera che prevede il reclutamento temporaneo di medici con titolo estero non riconosciuto».