Le liste d'attesa nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano rappresentano una delle criticità più sentite dai cittadini, un ostacolo persistente all'accesso tempestivo alle cure che mina la fiducia nel sistema. Per affrontare questa emergenza, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO) ha presentato una "ricetta" articolata, basata su due pilastri fondamentali: la semplificazione delle procedure burocratiche e la valorizzazione economica e professionale dei medici e degli altri operatori sanitari.

Il Presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli, ha espresso il suo apprezzamento per l'impegno del Governo nell'affrontare il problema delle liste d'attesa e, in particolare, per la volontà di eliminare la pratica della "chiusura delle liste", che di fatto impediva ai cittadini di prenotare visite e esami. Questo segnale positivo da parte delle istituzioni è visto come un punto di partenza per una riforma più ampia e incisiva.

Primo pilastro: semplificare per liberare tempo e risorse

La FNOMCeO ha individuato diverse aree in cui la semplificazione delle procedure potrebbe avere un impatto immediato e significativo sulla riduzione delle liste d'attesa:

  1. I Piani Terapeutici (PT)
    Il punto forse più dibattuto e impattante riguarda i Piani Terapeutici, strumenti che regolamentano la prescrizione di farmaci specifici, spesso ad alto costo o con profili di sicurezza particolari. Attualmente, la loro validità è spesso indeterminata o legata a rigidi vincoli di rinnovo che richiedono visite specialistiche periodiche. La proposta della FNOMCeO è chiara: dopo i primi 12 mesi di monitoraggio successivi alla prima prescrizione da parte di uno specialista del SSN, i farmaci soggetti a Piano Terapeutico dovrebbero poter essere prescritti da tutti i medici, anche quelli che non operano direttamente all'interno del Servizio Sanitario Nazionale, senza ulteriori oneri amministrativi o l'obbligo di visite specialistiche esclusivamente per il rinnovo del PT. Questa misura libererebbe milioni di slot nelle agende degli specialisti, rendendoli disponibili per nuove diagnosi e casistiche più complesse, invece di essere occupati da pazienti già stabilizzati e in terapia cronica. Si stima che questa singola azione potrebbe rendere immediatamente disponibili cinque milioni di visite specialistiche.
  2. L'eliminazione delle certificazioni mediche per prognosi brevi Un altro fardello burocratico per i medici è rappresentato dalla necessità di rilasciare certificazioni mediche per prognosi di breve durata. Queste pratiche, sebbene apparentemente minori, assorbono tempo prezioso che i medici potrebbero dedicare all'attività clinica diretta. Eliminando questo tipo di certificazioni o semplificandone drasticamente il processo, si restituirebbe ai professionisti una maggiore disponibilità di tempo da dedicare alla cura del paziente e alla gestione di casistiche più complesse.
  3. L'uso estensivo della telemedicina La pandemia di COVID-19 ha accelerato l'adozione della telemedicina, dimostrando il suo enorme potenziale. La FNOMCeO sostiene la necessità di un suo utilizzo estensivo e strutturale. La telemedicina può migliorare l'accesso alle cure, ridurre gli spostamenti per i pazienti (soprattutto in aree remote o per coloro con difficoltà di mobilità) e ottimizzare il tempo dei medici, consentendo consulenze, monitoraggi e follow-up a distanza. Questo non solo snellisce le liste d'attesa ma rende il sistema più flessibile e accessibile.

Secondo step: valorizzare i medici per un SSN attrattivo

Non meno importante della semplificazione burocratica è la necessità di investire nel capitale umano del SSN. Le lunghe liste d'attesa sono anche il sintomo di una carenza di personale medico e sanitario, aggravata da condizioni di lavoro spesso non attrattive.
FNOMCeO propone un investimento concreto sui medici e gli altri professionisti della salute, sia in termini economici che di condizioni di lavoro. Questo significa:

  • Aumentare le retribuzioni: Rendere la carriera nel SSN più competitiva rispetto al settore privato o ad altri Paesi, per attrarre i giovani talenti e trattenere i professionisti esperti.
  • Migliorare le condizioni di lavoro: Ridurre il carico burocratico, garantire orari di lavoro più sostenibili, investire in tecnologie e infrastrutture adeguate, e promuovere un ambiente lavorativo sereno e stimolante. Queste misure sono essenziali per rendere il Servizio Sanitario Nazionale più attrattivo e capace di trattenere i propri professionisti. Troppo spesso, medici e infermieri scelgono di lasciare il settore pubblico per migliori opportunità all'estero o nel privato, depauperando il SSN di competenze vitali.