Il sogno di diventare medico continua a coinvolgere migliaia di giovani in Italia.
Nell'ultima sessione di luglio 2024, 44.550 candidati hanno sostenuto il test di accesso a Medicina e Odontoiatria, con 20.867 posti disponibili, inclusi 1.400 per candidati extra UE. Un dato significativo è che il 95% dei partecipanti ha ottenuto almeno 20 punti su 90, evidenziando la relativa facilità del test rispetto agli anni precedenti. ​

Questi numeri hanno alimentato il dibattito sulla necessità di riformare le procedure di accesso alle facoltà di medicina.

La ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha promosso una riforma che è ora legge. Tuttavia, per la sua concreta applicazione, sono necessari i decreti attuativi, che la ministra assicura arriveranno in tempi rapidi per le università statali. È importante notare che questa novità riguarda esclusivamente gli atenei statali; le università private stanno già organizzando i tradizionali test di accesso per il prossimo anno accademico. ​

La riforma

La riforma prevede l'eliminazione del test d'ingresso tradizionale, sostituendolo con un sistema a numero programmato. Ciò significa che l'immatricolazione al primo anno di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria sarà libera, senza i consueti test di ammissione basati su cultura generale e materie specifiche. Tuttavia, per proseguire negli studi, gli studenti dovranno ottenere un punteggio utile in una graduatoria nazionale unica, basata sugli esami sostenuti e sui voti ottenuti nel primo semestre. Solo coloro che supereranno questa selezione potranno accedere al secondo anno. ​

Questa modifica ha suscitato reazioni contrastanti. Mentre la maggioranza di governo rivendica la svolta nel sistema di accesso, definendolo finalmente equo e meritocratico, le opposizioni criticano il provvedimento, sostenendo che si tratta di un bluff, poiché il numero chiuso non viene realmente abolito. In effetti, sebbene il test d'ingresso sia eliminato, rimane una selezione basata sulle performance accademiche del primo semestre. ​

Per garantire una transizione efficace, il provvedimento prevede una delega al governo per adottare, entro dodici mesi dall'entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria e medicina veterinaria.

La riforma rappresenta un tentativo di rendere più accessibile l'ingresso alle facoltà di medicina, spostando la selezione dal pre-ingresso al primo anno di studi. Resta da vedere come questa nuova modalità influenzerà la qualità della formazione medica e se riuscirà a soddisfare le aspettative sia degli studenti sia del sistema sanitario nazionale.

Fonte: Il Giornale della Previdenza