La proposta di riforma sanitaria in Italia, che prevede il passaggio dei medici di famiglia da liberi professionisti convenzionati a dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), ha suscitato un acceso dibattito.
Per comprendere le possibili implicazioni di tale cambiamento, è utile analizzare l'esperienza del Regno Unito, dove un modello simile è già in vigore.​


In UK i pazienti sono assegnati a centri sanitari pubblici, noti come General Practice Surgeries, dove ricevono assistenza da medici dipendenti del sistema sanitario nazionale.

Le criticità

Secondo testimonianze riportate, l'assenza di un medico di riferimento fisso può portare a una frammentazione delle cure, poiché i pazienti spesso si trovano a interagire con professionisti diversi ad ogni visita. Questo può ostacolare la continuità assistenziale e la costruzione di un rapporto di fiducia tra medico e paziente.​
Inoltre, ottenere un appuntamento con un medico di base nel sistema britannico può risultare complesso, spingendo molti pazienti a rivolgersi ai reparti di emergenza degli ospedali anche per problemi di salute non urgenti.
Questo sovraccarico dei servizi di emergenza contribuisce a lunghe attese e a una gestione meno efficiente delle risorse sanitarie.​

Il dibattito in Italia

Queste problematiche sollevano interrogativi sulla possibile applicazione di un modello simile in Italia. Attualmente, i medici di famiglia italiani operano come liberi professionisti convenzionati con il SSN, garantendo una continuità assistenziale che favorisce un rapporto stabile e di fiducia con i pazienti. Il passaggio a un sistema di dipendenza potrebbe compromettere questa relazione, con possibili ripercussioni sulla qualità delle cure.​
È importante considerare che ogni sistema sanitario è influenzato da variabili culturali, organizzative e socioeconomiche specifiche. Pertanto, una riforma che funziona in un determinato contesto potrebbe non essere direttamente trasferibile in un altro senza adattamenti significativi.

Prima di implementare cambiamenti strutturali nel sistema sanitario italiano, sarebbe fondamentale condurre studi approfonditi e valutazioni d'impatto per garantire che le riforme proposte rispondano efficacemente alle esigenze della popolazione e migliorino l'efficienza del servizio sanitario.​
L'analisi delle esperienze internazionali può offrire spunti preziosi per la riforma del sistema sanitario italiano. Tuttavia, è essenziale procedere con cautela, considerando le peculiarità del contesto nazionale e coinvolgendo attivamente tutti gli stakeholder nel processo decisionale, al fine di garantire che le modifiche apportate conducano a un reale miglioramento della qualità e dell'accessibilità delle cure per tutti i cittadini.

Fonte: Il Giornale della Previdenza