La lotta contro il cancro passa attraverso un impegno condiviso tra istituzioni, professionisti sanitari e cittadini, affinché la prevenzione e l’innovazione scientifica possano continuare a salvare vite e migliorare il benessere della popolazione.
L'insorgenza di un tumore è il risultato di un processo multifattoriale in cui intervengono vari elementi, tra cui predisposizione genetica, fattori ambientali e stili di vita. Tra questi, il genere gioca un ruolo determinante, influenzando sia la frequenza e la progressione delle neoplasie, sia la risposta ai trattamenti oncologici e la comparsa di eventi avversi legati alle terapie.
Secondo il più recente Rapporto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) del 2023, il tumore più frequentemente diagnosticato in Italia è il carcinoma mammario, con 55.900 nuovi casi, seguito dal carcinoma del colon-retto (50.500 nuovi casi) e dal carcinoma polmonare (43.800 nuovi casi).
Differenze di genere nella distribuzione dei tumori
L’analisi delle differenze tra uomini e donne nella diagnosi oncologica mostra dati significativi:
- Negli uomini, il tumore più frequente è quello della prostata, con 41.100 nuovi casi, rappresentando il 19,8% di tutte le neoplasie maschili.
- Nelle donne, il tumore più comune rimane quello mammario, che costituisce il 30% di tutte le neoplasie femminili.
- Il carcinoma polmonare è diagnosticato con una frequenza doppia negli uomini rispetto alle donne (29.800 nuovi casi contro 14.000).
- Il tumore del colon-retto mostra una distribuzione più omogenea tra i generi, con 26.800 nuovi casi negli uomini e 23.700 nelle donne.
- Il tumore della vescica è molto più frequente negli uomini (23.700 nuovi casi contro 6.000 nelle donne), confermando il forte impatto del fumo e dell’esposizione professionale a sostanze chimiche nocive.
Mortalità oncologica: dati e tendenze
I tumori rappresentano la seconda causa di morte in Italia, con circa 174.500 decessi stimati nel 2021. Il tasso di mortalità è nettamente più alto negli uomini (300,7 decessi per 100.000 abitanti) rispetto alle donne (186,1 per 100.000 abitanti), evidenziando un divario che riflette sia fattori biologici che comportamentali, come una maggiore esposizione al fumo e all’alcol nel sesso maschile.
Dal 2015 al 2021, la mortalità oncologica ha mostrato una tendenza alla diminuzione, con un tasso passato da 253,0 a 233,0 decessi per 100.000 abitanti. Questo trend positivo è attribuibile ai progressi nella ricerca oncologica, alla maggiore diffusione delle terapie mirate e all’uso sempre più ampio di farmaci innovativi e personalizzati, che migliorano la prognosi di molte forme tumorali.
Un dato significativo emerge dall'analisi dei decessi nel biennio 2020-2021, quando, nonostante la pandemia di COVID-19, i tumori sono stati l’unico gruppo di patologie a mostrare una riduzione della mortalità. Nel 2020 si sono registrati 97.900 decessi tra gli uomini e 80.000 tra le donne, mentre nel 2021 il numero è sceso a 95.500 decessi tra gli uomini e 79.000 tra le donne.
L’impatto della pandemia sugli screening oncologici
Sebbene il calo della mortalità oncologica sia un dato positivo, va considerato che la pandemia ha avuto un effetto negativo sulla diagnosi precoce, determinando un calo significativo nell’adesione ai programmi di screening oncologici.
Durante il biennio 2020-2021, le restrizioni sanitarie e la pressione sugli ospedali hanno ridotto il numero di:
- Mammografie per la prevenzione del tumore al seno
- Test del sangue occulto nelle feci per il tumore del colon-retto
- Pap-test e HPV-test per la prevenzione del tumore del collo dell’utero
Questa riduzione delle diagnosi precoci ha portato a una minore individuazione dei tumori in fase iniziale, aumentando il rischio di scoprire la malattia in uno stadio più avanzato. Di conseguenza, nei prossimi anni potrebbe verificarsi un aumento della mortalità oncologica, in controtendenza rispetto al trend degli ultimi decenni.
Ripresa degli screening e prospettive future
Fortunatamente, i dati più recenti relativi al 2022 e al 2023 indicano una graduale ripresa delle adesioni agli screening oncologici, che stanno tornando ai livelli pre-pandemici. Questo è un segnale incoraggiante, poiché la diagnosi precoce rimane il principale strumento per migliorare la sopravvivenza e la qualità della vita dei pazienti oncologici.
Per consolidare questa ripresa, sarà fondamentale:
- Migliorare l’accessibilità ai programmi di screening, soprattutto nelle regioni con tassi di adesione più bassi.
- Sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione oncologica, attraverso campagne informative mirate.
- Potenziare l’uso delle nuove tecnologie diagnostiche, come l’intelligenza artificiale applicata alla radiologia, per aumentare la precisione e la rapidità delle diagnosi.
- Sostenere la ricerca oncologica per sviluppare nuove strategie terapeutiche sempre più personalizzate ed efficaci.
Le differenze di genere nell’incidenza e nella mortalità dei tumori sottolineano l’importanza di approcci specifici per uomini e donne nella prevenzione, nella diagnosi e nel trattamento delle neoplasie.
Nonostante la tendenza positiva della mortalità oncologica grazie ai progressi della medicina, la pandemia ha rappresentato una sfida importante, mettendo a rischio i progressi ottenuti negli ultimi anni. Il recupero degli screening e l’accesso tempestivo alle cure sono ora obiettivi prioritari per garantire che sempre più persone possano beneficiare delle migliori opportunità terapeutiche disponibili.
Fonte:
Medicina di Genere
(Centro Studi Nazionale su Salute e Medicina di Genere,
Gruppo Italiano Salute e Genere
e Centro di Riferimento per la Medicina di Genere Istituto Superiore di Sanità)