I recenti dati dell'Istituto Superiore di Sanità e di Istat delineano fumatori nel 24% degli italiani tra i 18 e i 69 anni e il 19,3% dei cittadini sopra i 14 anni. Circa 10 milioni di persone
Il tabagismo rappresenta una sfida persistente per la salute pubblica in Italia. Negli ultimi 15 anni, la percentuale di fumatori è rimasta stabile, oscillando tra il 20% e il 24%. Secondo i dati più recenti dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dell'Istat, circa il 24% degli italiani tra i 18 e i 69 anni e il 19,3% dei cittadini sopra i 14 anni sono fumatori. Si tratta di quasi 10 milioni di persone, una cifra che si discosta significativamente dagli obiettivi internazionali prefissati per l'Italia: ridurre la prevalenza al 16% entro il 2025 e al 5% entro il 2040.
I DANNI DEL FUMO
Il fumo è riconosciuto come il principale fattore di rischio modificabile per lo sviluppo di numerose malattie non trasmissibili, tra cui patologie cardiovascolari, respiratorie e vari tipi di cancro. Le sostanze contenute nel fumo di tabacco sono cancerogene, aterogene e pro-infiammatorie, causando danni a polmoni, vescica, sistema cardiovascolare e respiratorio, e contribuendo allo sviluppo di patologie come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
Oltre ai danni diretti ai fumatori, il fumo passivo rappresenta una minaccia significativa per la salute dei non fumatori. L'esposizione al fumo passivo è stata associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari e cancro ai polmoni. Un rapporto della European Respiratory Society stima che, nel 2002, il fumo passivo sia stato responsabile della morte di circa 80.000 adulti in Europa, di cui circa 7.000 nei luoghi di lavoro. In Italia, nello stesso anno, si stimano 7.180 decessi attribuibili al fumo passivo, di cui 965 per esposizione sui luoghi di lavoro.
GLI ESPERTI
Secondo Umberto Tarantino, dell’Università Tor Vergata di Roma, fumare può aumentare il rischio di osteoporosi e fratture poche agisce agire sull’attività degli osteoclasti e degli osteoblasti, cellule preposte alla crescita e allo sviluppo dell’osso.
I dati stimano negli ultimi 10 anni la percentuale di fumatori è rimasta invariata e, secondo il Professor Francesco Fedele, Presidente dell'Istituto Nazionale Ricerche Cardiovascolari (INRC), “quella da nicotina è una dipendenza. Infatti, il tabacco contiene sostanze nocive e la combustione del tabacco aumenta queste sostanze nocive in circolo. Se quindi si adottano strategie che comportano l'utilizzo di prodotti che non prevedono la combustione, questa può essere una via da percorrere per ridurre il rischio, almeno di esposizione, a queste sostanze nocive”.
I PRODOTTI “ALTERNATIVI”
Negli ultimi anni, l'attenzione si è focalizzata anche su prodotti alternativi al fumo tradizionale, come le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato. Questi dispositivi mirano a ridurre l'esposizione a sostanze nocive eliminando la combustione del tabacco. Tuttavia, la comunità scientifica è ancora in fase di valutazione riguardo alla loro sicurezza a lungo termine e alla loro efficacia come strumenti per la cessazione del fumo. È fondamentale che i fumatori siano informati in modo accurato e trasparente sui potenziali rischi e benefici associati a questi prodotti.
Per affrontare efficacemente il problema del tabagismo in Italia, è necessario implementare strategie multifattoriali che includano campagne di sensibilizzazione, programmi di supporto per la cessazione del fumo e politiche di controllo rigorose. Solo attraverso un approccio integrato sarà possibile ridurre significativamente la prevalenza del fumo e proteggere la salute della popolazione.
Fonte: www.doctor33.it